Il mio ultimo romanzo:
Le fonti storiche dicono che il conte Giangirolamo II Acquaviva d’Aragona (il famigerato, ma erroneamente detto, “Guercio di Puglia”, XVII sec.) e i suoi familiari furono sepolti nella chiesa di S. Benedetto in Conversano, esattamente al di sotto del ‘Cappellone del Rosario’:
ma come mai il gruppo che scese lì sotto, nel 1980, non vi trovò nulla?
Eppure qualcun altro dice di averlo visto coi propri occhi, il sepolcreto dei conti, anni prima, nel sottosuolo della chiesa. Per non parlare poi della “voce” sul trafugamento della spada del “Guercio” dal sepolcreto sotterraneo…
Allora, dov’è il sepolcro di famiglia dei conti Acquaviva d’Aragona di Conversano?
E come ha fatto Matteo Ferri a cadere dall’alto dei 25 metri della Torre Maestra del castello? La sua morte inspiegata ha a che fare con la spada sottratta dalla tomba del conte?
Il prof. Rocco Palumbo e sua figlia Giulia inaspettatamente si imbattono in una sorpresa dopo l’altra e hanno da sbrogliare una matassa fitta di misteri.
Mescolando realtà e finzione, muovendo personaggi reali e fittizi nella cornice storico-culturale e paesaggistica della bella Conversano, il romanzo affronta – in forma di intrigante “giallo” dei tempi nostri – il tema tuttora aperto della ricerca e del possibile ritrovamento del sepolcreto comitale, con l’intento per nulla sottaciuto di stimolarne un’auspicata ripresa organica e collaborativa delle ricerche.